Il G7 ambiente si è chiuso a Bologna con una dichiarazione finale firmata all’unanimità da tutti i partecipanti. Gli Stati Uniti, però, come anche in chiusura del G7 energia, prendono una posizione differente. In questo caso hanno aggiunto una postilla di non adesione alla sezione del comunicato relativo al cambiamento climatico e alle banche multilaterali di sviluppo. Il G7 ambiente ha visto riuniti nel capoluogo emiliano, blindato per l’occasione, per discutere dei principali temi legati alla lotta all'inquinamento e alla difesa della sostenibilità ambientale, i rappresentanti di Italia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti e Canada; Paesi ospiti del summit Cile, Etiopia, Maldive e Ruanda.
I cambiamenti climatici tra le massime priorità
Il documento finale del G7 ambiente, 15 pagine in totale, si apre con l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, seguito dal paragrafo sui cambiamenti climatici dove gli Usa ribadiscono che, pur restando fermi sulle proprie posizioni, si impegneranno a ridurre le emissioni sui gas serra ma con iniziative autonome, fuori dagli accordi di Parigi. Soddisfatto il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, che ha così commentato a caldo l'esito del vertice: "Poteva essere il G7 della rottura, è stato il G7 del dialogo e un documento finale all’unanimità ne è la riprova". Un po’ meno entusiasta la reazione di Bruxelles: "La Ue si rammarica dell'annuncio di Trump su Parigi e del fatto che gli Usa non possano essere con noi negli accordi climatici. La Ue non rinegozierà l'accordo di Parigi, siamo i maggiori erogatori di finanziamenti per la riduzione di emissioni (- 24%, a fronte di un +50% di economia) siamo determinati ad attuare l’intesa in modo celere ed efficace", ha dichiarato, al termine dei lavori, Karmenu Vella, commissario ambiente e clima della Unione europea.

Ecco i sette ministri dell'Ambiente che parteciperanno al G7 di Bologna. ITALIA. Gian Luca Galletti , ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare dal 22 febbraio 2014. Ha detto: "Vorrei che a Bologna si affermasse un principio fondamentale: nelle politiche ambientali, o si vince insieme, o si perde tutti".
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CANADA | Catherine McKenna, ministra dell'Ambiente e del Cambiamento climatico dal 4 novembre 2015. Nell'ottobre scorso, quando il parlamento canadese ha ratificato l'accordo di Parigi, ha detto: "Questo è davvero un grande giorno. Dopo 10 anni di inazione, di mancate iniziative serie per fronteggiare i cambiamenti climatici, alla fine noi lo stiamo facendo".
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Nicolas Hulot, ministro della Transizione ecologica e sociale dal 17 maggio 2017. Giornalista, scrittore e paladino dell'ambiente amato dai francesi. FRANCIA | Ha appena lanciato un appello ai ricercatori americani "a venire in Francia a lavorare sul clima".
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GERMANIA | Barbara Hendricks, ministra dell'Ambiente e della sicurezza nucleare dal 17 dicembre 2013. In un comunicato congiunto insieme ad altri sei ministri del governo Merkel, riferendosi alla decisione di Trump di abbandonare l'accordo, ha detto che "Gli Stati Uniti danneggiano loro stessi, noi europei e tutti gli altri Paesi del mondo. Chi nega il cambiamento climatico e non lo combatte, non solo dovrà avere sempre più a che fare con tempeste, siccità e inondazioni, ma questa strategia 'senza di me' ostacola anche la crescita economica e il progresso tecnico".
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GIAPPONE | Koichi Yamamoto, ministro dell'Ambiente dal 3 agosto 2016. Ha espresso dubbi sul raggiungimento dei propositi dell'Accordo di Parigi senza la partecipazione degli Stati Uniti. Il presidente Usa "ha voltato le spalle al progresso della razza umana".
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GRAN BRETAGNA | Andrea Leadsom, ministra dell'Ambiente e le politiche agricole dal 14 luglio 2016. L'anno scorso, durante la campagna elettorale per la Brexit, ha detto che anche se il Regno Unito lascerà l'Unione europea questo non dovrà interrompere l'impegno britannico per la lotta ai cambiamenti climatici e per la decarbonizzazione: "è un dovere che abbiamo verso le future generazioni".
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STATI UNITI | Scott Pruitt, direttore dell'Agenzia per la protezione ambientale (Epa) dal 17 febbraio 2017. Da sempre scettico del cambiamento climatico, sull'accordo di Parigi ha detto che è "un mucchio di parole" e che "spetta agli altri leader mondiali decidere se sedersi al tavolo per rinegoziarlo o un rinegoziare nuovo accordo sul clima".
xStati Uniti, toccata e fuga
È durato solo una mattinata il G7 Ambiente di Scott Pruitt, il direttore dell’agenzia Usa per l’Ambiente Epa, nominato da Donald Trump e criticato dagli ambientalisti. Il ministro americano ha partecipato alla prima sessione di lavori ieri mattina, con argomento il clima, proprio il tema sul quale si registra la divergenza fra l’amministrazione Trump e gli altri governi del G7. Poi, nel pomeriggio, è partito da Bologna nel pomeriggio per un incontro già fissato con il suo presidente.

A margine dei lavori del G7 ambiente è stato siglato un accordo della durata di tre anni, per un impegno di 5 milioni di euro, sui temi della ricerca, della formazione e dello sviluppo sui temi dell'energia tra l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il Rettore dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Francesco Ubertini. La collaborazione si focalizzerà sulle aree di eccellenza dell'Università che possono sostenere lo sviluppo tecnologico di Eni: Sicurezza, Transizione Energetica, Energie Rinnovabili, Supporto all'Eccellenza Operativa e Sistemi Industriali.
xEni-UniBologna, accordo ricerca e sviluppo energia
A margine dei lavori del G7 tanti eventi e accordi. In particolare è stato siglato un accordo della durata di tre anni, per un impegno di 5 milioni di euro, sui temi della ricerca, della formazione e dello sviluppo sui temi dell’energia tra l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il Rettore dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Francesco Ubertini. La collaborazione si focalizzerà sulle aree di eccellenza dell’Università che possono sostenere lo sviluppo tecnologico di Eni: Sicurezza, Transizione Energetica, Energie Rinnovabili, Supporto all’Eccellenza Operativa e Sistemi Industriali. "L’Accordo Quadro con l’Università di Bologna rappresenta per Eni un’ulteriore conferma della propria strategia di alleanza con le realtà di eccellenza del mondo universitario italiano - ha commentato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi – L’accordo triennale che abbiamo firmato permetterà ad Eni di avere accesso ad uno straordinario bacino di competenze in un territorio per noi molto importante, nonché di indirizzare la collaborazione verso lo sviluppo di tecnologie a supporto della transizione energetica, della protezione ambientale e del riutilizzo dei nostri siti industriali".